Il gioco “In Viaggio per l’Europa”, organizzato in collaborazione con la dott.ssa Renata Terzaghi di Europe Direct Lombardia, sportello di Como, è stato il punto di arrivo di un percorso didattico di approfondimento della conoscenza degli Stati dell’Unione Europea, che ha coinvolto alcuni docenti di geografia e di lingue straniere, ed è stata anche l’occasione per celebrare la Festa dell’Europa.
L’iniziativa di internazionalizzazione ha coinvolto quattro classi seconde del Liceo Porta che durante l’orario curricolare hanno approfondito le conoscenze degli Stati dell’Unione Europea e ripercorso le tappe fondamentali del processo di unificazione con le insegnanti di geografia e lingue straniere, come parte integrante della programmazione didattica.
Si è trattato solo di un gioco che aveva però lo scopo di dare agli studenti una motivazione per approfondire la conoscenza degli Stati dell’UE ed aumentare così la consapevolezza di essere cittadini europei. Dalle testimonianze degli studenti appare chiaro che il lavoro svolto in orario curricolare in geografia e, per alcuni, anche in lingua straniera, sia stato lungo e approfondito per molti mesi dell’anno scolastico, da cui è palese che l’obiettivo didattico di questa proposta è stato pienamente raggiunto, proprio considerata la delusione riguardo alla semplicità delle domande.
E qui mi fermo. Non ho intenzione di fare una relazione sull’evento. Ci ha già pensato una mia collega,
Mi ha colpito una particolare frase di una studentessa: “non credo abbia contribuito a valutare il nostro livello di conoscenze“. Questa frase mi ha lasciato esterrefatta: perché mai un gioco avrebbe dovuto valutare conoscenze? Semmai dovrebbe valutare competenze: comprensione e rispetto delle regole di gioco, fair play, capacità di decidere chi avrebbe giocato di volta in volta e di organizzarsi.
Probabilmente alcuni docenti hanno fatto passare questo messaggio per motivare gli studenti all’apprendimento, ma era il gioco stesso e la giornata di festa la motivazione all’apprendimento. Poi penso a tutte le frasi che puntualizzavano nei commenti quanto avessero studiato a scuola e a casa per affrontare una sfida competitiva.
Allora mi chiedo: perché i commenti dei miei studenti erano di tutt’altro tenore e mi hanno riempito di cuoricini di ringraziamento via whatsapp per tutto il pomeriggio apprezzando soprattutto il fatto che non ci fosse competizione, ma condivisione con i compagni di altre classi?
Credo che non abbiano avuto la percezione di essersi sacrificati perché hanno appreso senza quasi rendersene conto; hanno imparato in gruppo e individualmente in aula computer e in classe, si sono sfidati a coppie utilizzando i giochi messi a disposizione da vari siti per la diffusione della cultura europea compreso il sito ufficiale dell’UE, ricchissimo di materiali accattivanti per tutte le età. Sono state fatte due verifiche: una scritta in italiano su contenuti di Cittadinanza Europea ed una orale di presentazione di uno Stato europeo in inglese, molto approfondita. E tutti hanno ottenuto dei buoni risultati, anche quegli studenti che di solito presentano difficoltà di apprendimento.
Ma sono stati raggiunti anche degli obiettivi educativi importanti come la capacità di organizzarsi e di collaborare per un risultato condiviso.
Le critiche più ricorrenti sono state l’eccessiva semplicità delle domande e gli spazi insufficienti per un così alto numero di studenti. Tutto vero ma è necessario dare delle spiegazioni. Questo gioco, presentato in via sperimentale per avvicinare gli studenti del biennio a tematiche di Cittadinanza con un approccio ludico, prevede la partecipazione di due classi ma, con molta sorpresa della sottoscritta, hanno aderito all’iniziativa ben quattro seconde. Dopo varie perplessità, è stato deciso di far partecipare tutti gli studenti per celebrare insieme, e per la prima volta in questo istituto, la Festa dell’Europa. Tutto ciò ha reso lo spazio disponibile molto limitato e delle pause un po’ lunghe e noiose per alternare i giocatori.
L’iniziativa è stata però alquanto apprezzata dai docenti che hanno partecipato e i commenti e le critiche degli studenti sono solo suggerimenti utili per migliorare il progetto, spero che i docenti interessati la ripropongano magari facendo realizzare agli studenti le batterie di domande da porre agli avversari di gioco. Si otterrebbe così il duplice risultato di una partecipazione più attiva degli studenti nella realizzazione del progetto ed una gara più coinvolgente ed entusiasmante.
Ringrazio di vero cuore le colleghe Monica Acerboni, Luisa Cicconardi e Preziosa Morabito, tutti gli studenti che hanno partecipato, ed in modo particolare gli studenti della II A, che vedete ritratti nella foto in alto, che nelle due ore precedenti il gioco hanno dimostrato maturità, senso di responsabilità e capacità organizzative, trasformando un semplice locale in un luogo colorato e festoso.